La Cassazione ha ribadito il principio del doppio ciclo causale nei giudizi di responsabilità medica, secondo cui, prima, il paziente deve provare il nesso di causalità tra condotta del sanitario e evento dannoso subito e, successivamente, il sanitario dovrà provare la sussistenza di una causa imprevedibile e inevitabile che ha reso impossibile la prestazione. Il paziente può fornire la propria prova anche attraverso l’incompletezza della cartella clinica, se la condotta del medico era astrattamente idonea a causare il danno e detta incompletezza ha reso impossibile verificare il nesso causale. 

Cass. civ., sez. III, ord. 26 gennaio 2020, n. 1724